Il primo volume fu stampato a Catania nel 1562, quando già piccole imprese tipografiche finalizzate alla pubblicazioni di libri operavano dopo l’invenzione della stampa. Anche Verga , nel 1861, pubblicava I Carbonari della montagna a sue spese, come auto edizione, a Catania, presso la tipografia Crescenzio Galàtola che poi svolgerà una modesta attività editoriale. Ma è a partire dall’ultimo quarto del secolo XIX che si può parlare di imprese editoriali vere e proprie nella città etnea.

Niccolò Giannotta


    La nascita della casa editrice legata al nome di Niccolò Giannotta risale al 1874 .
Dopo un modesto avvio consistente nella pubblicazione di sillabari e di raccolte poetiche dialettali, riuscì ad annoverare i nomi più prestigiosi della letteratura contemporanea.
Niccolò Giannotta (1846-1914), vero prototipo del self-mad man, iniziò la sua attività come rilegatore di libri nella bottega paterna cui aveva affiancato una piccola biblioteca circolante, presto sostituita da una sua libreria. Il suo scopo era di far conoscere nella penisola la letteratura siciliana e far amare in Sicilia quella del continente. Diverse furono le sedi della real casa: dapprima in via Lincoln, poi in via Manzoni ed in via Sisto. Nel 1899 era riuscita ad inaugurare uno stabilimento tipografico con  macchinari tra i più moderni dei tempi. Il suo motto era “Onestà e lavoro”e valendosi anche della consulenza di Federico De Roberto gareggiò con altre case editrici del continente e fu punto d’incontro per i letterati del luogo.
Giannotta pubblicò la famosa collana di narrativa denominata I Semprevivi, I cui volumi erano caratterizzati da una copertina bicolore (in rosso editore e titolo, in nero il resto), e risaltavano per nitore formale, perfezione tecnica e buon gusto editoriale (250 pagine, una lira).
In essa furono  stampate opere di Verga, Capuana, Rapisardi, Pirandello, De Amicis, Matilde Serao, Martini, Mantegazza, Stecchetti, Brocchi, Cavallotti, Anna Vertua Gentile, Giselda Fojanesi, Fogazzaro, Pitrè, Neera e tanti altri scrittori fra i più notevoli dell’epoca.  Sempre sulla scia della divulgazione della sicilianità,  Giannotta diresse anche due collane di teatro contemporaneo in lingua e in dialetto nelle quali videro la luce, tra gli altri, testi teatrali di Capuana, Cesareo e Nino Martoglio.
Alla morte del fondatore l’impresa fu continuata da due nipoti  con alterne vicende per essere poi, definitivamente chiusa.


Vincenzo Muglia


    Il Muglia (1874-1953), messinese,il cui motto era: “S’arma e non parla”, aveva avviato con successo l’attività editoriale nella sua città, pubblicando testi di docenti in quella università, tra i quali spicca il nome di Giovanni Pascoli: Sotto il velame, Mirabile visione, In Or san Michele, Pensieri di varia umanità. Dopo il terremoto del 1908 il Muglia trasferì la sua libreria editrice a Catania. Qui continuò la sua opera stampando volumi di carattere vario, prevalentemente pubblicazioni universitarie, tra le quali opere del Momigliano, del Cesareo, del Capuana. È da ricordare anche, tra le sue pubblicazioni, la Storia della Sicilia  di Libertini e Paladino.


Francesco Battiato

    Il carattere pratico, scientifico, e solo marginalmente letterario caratterizzò l’attività editoriale di Francesco Battiato (1877-1924), incentrata soprattutto su pubblicazioni riguardanti il settore agricolo.
Dopo aver preso in gestione la libreria fondata dal padre e dopo avere esordito con edizioni scolastiche e agricole, all’inizio del ‘900 abbandonò l’attività di libraio per quella editoriale, dando vita a diverse collane: Biblioteca d’agricoltura e industrie affini; Monografie agrarie e zootecnicheBiblioteca di filologia classica; Biblioteca di critica storica e letteraria. Successivamente il Battiato, il cui motto era “Doctrinae lampada tradunt”, decise di sospendere le edizioni letterarie in favore di quelle agrarie, alle quali si dedicò con vivo impegno.
Il figlio Concetto continuò l’opera intrapresa dal padre morto prematuramente e ordinò l’attività editoriale della Casa in cinque sezioni sempre di carattere agrario.
Il rinnovamento effettuato da Concetto Battiato traspare anche dal motto “Verso più alte mete” Infatti egli successivamente, diede vita alla casa editrice “Etna” con pubblicazioni di carattere essenzialmente pratico. In queste collane videro la luce testi come: La difesa personale, Come difendersi senz’armi da aggressori e avversari fortissimi e L’automobile per tutti: struttura, guida, manutenzione, pannes, riparazioni su strada e in officina.


Studio Editoriale Moderno

    Il prof. Agatino Amantia, attivo a Catania tra le due guerre, intendeva valorizzare gli autori siciliani nel settore critico e creativo, rivolgendosi anche agli studi di economia politica che lo stesso Amantia professava.
Fondò lo Studio Editoriale Moderno pubblicando monografie su Meli, Verga, Capuana, Mario Rapisardi. In seguito a questo lodevole impulso venne alla luce una notevole produzione saggistica, rivolta allo studio di autori contemporanei e del mondo classico. Si registrano, tra gli altri, i volumi di Luigi Tonelli Alla ricerca della personalità; di Francesco Biondolillo, Saggi e ricerche e La poesia di Guido Gozzano; di Ferdinando Caioli Ada Negri; di Francesco Guglielmino La parodia nella commedia greca antica; di Giovanni Berselli, Note e studi di letteratura antica. Presso lo Studio Editoriale Moderno vennero pubblicata anche opere di giovani scrittori catanesi e siciliani come Antonio Aniante, Vitaliano Brancati, Antonio Prestinenza , Enrico Cardile e tanti altri. Parecchie anche le pubblicazioni nel settore dell’economia ed una rivista mensile per ragazzi, Farfalle, diretta da Tommaso Manzella


Romeo Prampolini

    L’attività editoriale di Romeo Prampolini (1890-1974) iniziò nel 1933, a continuazione dell’opera intrapresa dal padre che aveva rilevato la libreria editrice Tirelli, avendone sposato la figlia.  Fu proprio Romeo a dare lustro all’attività paterna di cui raccolse, con maggiore successo, l’eredità. Infatti, in quello stesso 1933 pubblicò la seconda edizione della monumentale Storia dei Musulmani di Sicilia di Michele Amari, riveduta dall’autore, e ciò costituisce forse l’opera sua più rilevante e cospicua.
I progetti della casa editrice, il cui motto era “a frusto a frusto” si esplicarono in una serie di collane che abbracciavano la cultura antica e moderna sotto il profilo storico, artistico e letterario, sotto la direzione dei professori universitari Columba e Libertini: Sicilia antiqua, Renatae Litterae, Biblioteca siciliana di storia, letteratura ed arte; Studi di tradizioni popolari italiane, Revisioni critiche, sotto la  direzione di Gino Raya e Collezione di antichi testi teatrali inediti e rari, diretta da Anton Giulio Bragaglia. A partire dal 1925 aveva già visto la luce anche la rivista trimestrale Archivio per la raccolta e lo studio delle tradizioni popolari italiane, diretta da Raffaele Corso, col proposito di continuare l’opera del Pitrè.
Romeo Prampolini non è stato solo editore, ma ha operato anche come libraio antiquario fino alla fine dei suoi giorni. La bottega, frequentata da personaggi come Capuana, Verga e De Roberto, esiste ancora, con le caratteristiche insegne dai caratteri d’oro su smalto nero.

                                         
Editoriale Siciliana Tipografica

    Fu fondata nel 1927. Ideata da Riccardo Di Gaetano Panzini, capo tecnico del quotidiano “Il popolo di Sicilia”, finanziata dal comm. Agostino Serra e quindi dall’avv. Domenico Sanfilippo, amministratore il dott. Giuseppe Longhitano, vantò a Catania legittimamente officine modello. Il suo interesse fu rivolto in modo particolare a opere giuridiche; pubblicò Istituzioni di diritto romano, di Biondo Biondi; Le donazioni, La teoria delle obbligazioni, La cambiale e l’assegno bancario, Le servitù predali, di Carmelo Scuto; Teorica del quasi contratto, di Alfredo De Luca. 
Pubblicò anche numerose riviste “Maschere”, rassegna teatrale diretta da Vito Mar Nicolosi, nel cui primo numero apparve per la prima volta la commedia Rose caduche di Giovanni Verga; “L’Osservatore medico”, “Proprietà edilizia”, “Bollettino degli alberghi”, “Catania” la rivista del Comune alla quale collaborò l’intellighenzia catanese.
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L'attività editoriale a Catania tra l'800 e il 900